Gli schermi digitali non rappresentano un rischio solo per gli adolescenti, ma anche per i bambini. Infatti, di frequente vediamo anche i più piccoli intrattenuti da tablet o smartphone.
Ma cosa sappiamo oggi in merito agli effetti a breve e lungo termine degli schermi digitali sulla capacità di attenzione e sul funzionamento cognitivo?
L’attenzione: il filtro intelligente della mente
Possiamo considerare l’attenzione come un processo cognitivo che permette di selezionare e concentrarsi su stimoli rilevanti, escludendo quelli irrilevanti. Questo è un processo essenziale per l’apprendimento, la percezione e il comportamento, ed è influenzato da fattori interni (come emozioni e motivazioni) ed esterni (come stimoli ambientali).
L’attenzione è composta da due sistemi che collaborano tra loro:
- il sistema attentivo, deputato a rispondere velocemente agli stimoli. Possiamo considerarlo come un radar super veloce, attento e reattivo agli stimoli dell’ambiente.
- Le funzioni esecutive, che sono più lente e sono in grado di analizzare le situazioni, correggere gli errori e richiamare la memoria.
Quando ci arriva una notifica, il sistema attentivo è quello che ci fa accorgere dello stimolo e che ci orienta verso il “ding” del telefono, e la funzione esecutiva è quella che ci fa dire “Ora sono concentrato/a su questa attività, guarderò dopo il telefono”.
La crisi dell’attenzione
È fondamentale tenere a mente che le reti neurali dei bambini sono ancora in via di sviluppo.
Le ricerche hanno, infatti, rilevato che i bambini tra i 3 e i 5 anni esposti a un eccessivo tempo sullo schermo presentano cambiamenti nella struttura cerebrale.
Questi cambiamenti includono una minore organizzazione delle connessioni tra il sistema dell’attenzione, le aree di elaborazione visiva e quelle linguistiche, fondamentali per l’elaborazione del linguaggio e per lo sviluppo delle competenze scolastiche.
Anche la semplice presenza di uno smartphone nell’ambiente è capace di distrarre un bambino. Alcuni studi hanno rilevato che in queste situazioni l’attività cerebrale nei bambini è risultata simile a quella osservata nei bambini con difficoltà di attenzione.
Per questo, è importante essere consapevoli dei dispositivi presenti nell’ambiente, così come essere presenti durante il loro utilizzo, affinché non diventino dei sostitutivi alle interazioni sociali.
A questo proposito, la ricerca sottolinea l’importanza che l’adulto interagisca con il bambino durante l’utilizzo, mantenendo il contatto visivo con il bambino e usando lo schermo come una piattaforma per stimolare la conversazione e.
La vera sfida educativa
Il compito degli adulti non è quello di bandire la tecnologia dall’ambiente domestico, ma di trasformare un tablet da una “babysitter elettronica” a un alleato per l’apprendimento, capace di stimolare il dialogo, la scoperta e la crescita condivisa.
Fonti: