Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA): Capire per Agire

di Raffaele Simone Scuotto

L’alimentazione è molto più di una semplice risposta a un bisogno fisiologico; rappresenta una dimensione cruciale della nostra identità e del nostro benessere psicofisico. Tuttavia, quando il rapporto con il cibo si complica, può trasformarsi in un problema serio, sfociando nei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Queste patologie complesse costituiscono un’emergenza silenziosa che attraversa generi, età e contesti culturali, intrecciando fattori biologici, psicologici e sociali.

Capire questa realtà richiede uno sforzo congiunto di informazione, sensibilizzazione e intervento mirato. Per agire concretamente, è fondamentale smontare i miti che circondano i DCA e promuovere un dialogo consapevole su prevenzione e trattamento.

Disturbi del Comportamento Alimentare comprendono varie patologie, tra cui:

• Anoressia Nervosa: caratterizzata da una restrizione calorica severa e una paura intensa di ingrassare.

• Bulimia Nervosa: alternanza tra abbuffate compulsive e comportamenti compensatori (vomito autoindotto, abuso di lassativi).

• Binge Eating Disorder: episodi di abbuffate senza comportamenti di compensazione.

Questi disturbi non derivano da semplici “capricci” o da superficialità estetica. Sono disturbi complessi che implicano l’interazione di diversi fattori:

1. Biologici: predisposizione genetica, disfunzioni neuroendocrine e alterazioni dei neurotrasmettitori (serotonina, dopamina).

2. Psicologici: bassa autostima, perfezionismo e distorsioni cognitive riguardo all’immagine corporea.

3. Sociali e culturali: pressioni legate agli standard di bellezza, influenze mediatiche e dinamiche familiari.

Le conseguenze dei DCA sono gravi e spesso invisibili: malnutrizione cronica, osteoporosi, squilibri cardiovascolari, ma anche sofferenze psicologiche profonde, come ansia, depressione e un rischio elevato di suicidio. Questi disturbi necessitano di un intervento precoce per evitare danni irreversibili.

L’influenza dei modelli estetici tramite social media

La nostra società associa spesso il valore personale all’aspetto fisico, promuovendo una cultura della magrezza come simbolo di successo e autocontrollo. Questa pressione è accentuata da media e social network. Uno studio di Vogue Business ha mostrato che durante le sfilate autunno/inverno 2023-2024, il 95,6% delle modelle indossava taglie tra la 36 e la 40, mentre solo lo 0,6%rappresentava taglie superiori alla 50 italiana.

Nonostante i progressi della body positivity, l’industria della moda e i social media continuano a veicolare standard di bellezza irrealistici. Questa rappresentazione parziale contribuisce a diffondere un’insoddisfazione corporea che può sfociare in comportamenti disfunzionali.

I giovani, particolarmente vulnerabili, sono esposti quotidianamente a contenuti filtrati, manipolati e idealizzati, che minano l’autostima e favoriscono il confronto ossessivo con modelli inarrivabili.

I pericoli nascosti del web: gruppi Pro-Ana e Pro-Mia

Un fenomeno preoccupante è la proliferazione di blog e comunità online Pro-Ana (pro-anoressia) e Pro-Mia (pro-bulimia). Questi spazi virtuali, spesso nascosti nelle zone grigie del web, promuovono pratiche dannose, come digiuni prolungati e vomito autoindotto. I partecipanti di questi gruppi vengono spinti a seguire regole rigide che vengono imposte con dei“comandamenti” e frasi motivazionali come: “La bilancia è l’unico Dio che conta.”

Contrastare queste realtà richiede uno sforzo congiunto da parte di istituzioni, piattaforme digitali e professionisti della salute mentale. Per cui qualche arma utile potrebbe essere:

• Monitorare costantemente il web per identificare contenuti pericolosi.

• Fornire alternative sicure di supporto e consulenza online.

• Educare i giovani sui pericoli di queste comunità e sull’importanza del benessere psicologico.

Quali sono i falsi miti da sfatare sui DCA?

Ecco un approfondimento sui miti più comuni riguardanti i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) e perché è fondamentale sfatarli per una comprensione più approfondita e accurata di queste patologie.

Sfatare i Miti più Comuni sui DCA

1. “I DCA non sono vere malattie.”

Falso:
I Disturbi del Comportamento Alimentare non sono semplici “capricci” o comportamenti volontari, ma patologie complesse e multifattoriali che coinvolgono mente e corpo. Riconosciuti dai principali manuali diagnostici come il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) e l’ICD-11(Classificazione Internazionale delle Malattie), i DCA richiedono interventi specifici e un approccio multidisciplinare.

Cosa significa un approccio multidisciplinare?

• Psicoterapia: Un trattamento fondamentale, spesso di tipo cognitivo-comportamentale (CBT), per lavorare su pensieri distorti, ansia e strategie di coping disfunzionali.

• Supporto nutrizionale: Interventi con nutrizionisti specializzati per ristabilire un’alimentazione sana e bilanciata.

• Monitoraggio medico: Gestione delle complicanze fisiche come malnutrizione, squilibri elettrolitici e problemi cardiovascolari.

• Supporto psichiatrico: Nei casi in cui siano presenti sintomi di ansia, depressione o comportamenti autolesivi.

I DCA possono avere esiti gravi se non trattati: l’anoressia nervosa, ad esempio, ha uno dei tassi di mortalità più alti tra le malattie psichiatriche. Questo evidenzia l’importanza di un intervento tempestivo e adeguato.

2. “Colpiscono solo le donne.”

Falso:
Sebbene i DCA siano più comuni tra le donne, colpiscono anche gli uomini e le persone non binarie, con un’incidenza in costante crescita. Secondo recenti studi, circa il 25-30% delle persone con DCA sono uomini, una percentuale probabilmente sottostimata a causa di:

• Stigma sociale: Gli uomini spesso esitano a chiedere aiuto perché i DCA sono erroneamente percepiti come “problemi femminili.”

• Manifestazioni diverse: Negli uomini, i DCA possono manifestarsi con una fissazione sulla massa muscolare (disformia muscolare o “vigoressia”), un disturbo caratterizzato dal desiderio ossessivo di sviluppare un fisico muscoloso.

• Difficoltà diagnostica: I sintomi possono essere interpretati erroneamente, ritardando la diagnosi e il trattamento.

Perché è importante riconoscere questa realtà?
Riconoscere che i DCA colpiscono anche gli uomini permette di ridurre lo stigma e favorire una diagnosi precoce e interventi specifici per tutti, indipendentemente dal genere.

3. “Si vede sempre se una persona ha un DCA.”

Falso:
Non tutti i DCA provocano cambiamenti evidenti nel peso o nell’aspetto fisico. Alcuni disturbi come la bulimia nervosa o il binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) possono essere presenti anche in persone con un peso normale o in sovrappeso.

Casi in cui i segni non sono visibili:

1. Bulimia nervosa: Caratterizzata da episodi di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori (vomito autoindotto, uso di lassativi, digiuno). Le persone con bulimia spesso mantengono un peso corporeo normale, rendendo difficile una diagnosi visiva.

2. Binge eating disorder: Caratterizzato da abbuffate ricorrenti senza comportamenti compensatori. Può essere associato a sovrappeso o obesità, ma non sempre.

3. Anoressia atipica: Persone che presentano tutti i sintomi dell’anoressia nervosa (paura intensa di ingrassare, restrizione alimentare severa) ma che non sono sottopeso.

Importanza dell’ascolto attento:
I segnali più importanti da monitorare sono comportamentali ed emotivi, non solo fisici. Alcuni campanelli d’allarme includono:

• Ossessione per il cibo e le calorie.

• Rituali alimentari rigidi o segreti.

• Oscillazioni emotive e isolamento sociale.

• Eccessiva preoccupazione per il peso e l’immagine corporea.

4. “Guarire significa tornare normopeso.”

Falso:
Il recupero fisico è solo una parte del percorso di guarigione. Tornare a un peso corporeo sano è importante, ma non è sufficiente per una guarigione completa. È fondamentale lavorare anche sulla salute mentale ed emotiva.

Un percorso di guarigione completo richiede:

• Ristrutturazione cognitiva: Affrontare le distorsioni del pensiero legate al corpo, al peso e al cibo.

• Gestione delle emozioni: Imparare a riconoscere e gestire ansia, stress e insicurezze senza ricorrere a comportamenti alimentari disfunzionali.

• Supporto sociale: Creare relazioni sane e supporti che favoriscano un ambiente positivo e privo di stigma.

• Prevenzione delle ricadute: Sviluppare strategie per affrontare situazioni di rischio e prevenire la ricomparsa dei sintomi.

La guarigione dai DCA è un percorso complesso e graduale che richiede tempo, pazienza e il supporto di professionisti qualificati.

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