L’importanza di ascoltare: come favorire l’ascolto attivo nella società odierna.
A cura di: Chiara Bruno.
Viviamo in una società frenetica, che richiede di mantenere ritmi incalzanti, dove sembra esserci sempre meno spazio per l’ascolto perché ascoltare significa fermarsi.
Se pensiamo ai social media, strumenti ormai presenti nella vita di ciascuno di noi, siamo abituati a guardare frettolosamente reel e post, che spesso usano sottotitoli per indurci all’ascolto perché appunto fatichiamo nel prestare attenzione.
L’ascolto però è fondamentale per creare relazioni significative e garantire una vera conoscenza di sé e dell’altro.
Vediamo dunque perché è importante ascoltare e come poter migliorare tale capacità.
Quante volte il nostro corpo ci manda segnali di malessere ma non abbiamo il tempo o la giusta attenzione per ascoltarli? Quante volte capita di dialogare con una persona e fatichiamo a seguire il discorso perché distratti da altro o dai nostri pensieri?
Ascoltare è diverso dal sentire: ascoltare significa provare a capire cosa dice l’altro o cosa ci sta dicendo il nostro corpo e dunque riconoscere e comprendere le emozioni.
Nelle relazioni, ascoltare garantisce la creazione di un rapporto di fiducia e accoglienza reciproca.
Dunque l’ascolto, non implica il subire passivamente il nostro o l’altrui bisogno, stiamo infatti parlando di ascolto attivo, che vuol dire farci carico dei temi portati dal nostro interlocutore (che può essere anche la parte più intima di noi stessi), provando a metterci nei suoi panni per poi potenzialmente conferire significato e dare soluzioni rispetto a ciò che sta comunicando.
Sviluppiamo la capacità di ascoltare l’altro fin da quando siamo in fasce, all’interno della relazione primaria con il caregiver, il quale insegna a comunicare, ma anche a prestare attenzione a ciò di cui il neonato ha bisogno, osservandolo e ponendosi nella posizione di ascoltatore. Ciascuna relazione primaria può facilitare oppure ostacolare tale capacità. Anche la scuola riveste un ruolo fondamentale nell’insegnare ad ascoltare, anche se spesso si perde di vista l’importanza di questo atto, ponendo come obiettivo principale l’acquisizione delle nozioni, senza lasciare il tempo agli alunni di imparare cosa sia davvero l’ascolto attivo.
Una volta cresciuti poi siamo investiti di impegni e preoccupazioni che rendono difficoltoso trovare il momento e il modo di ascoltare e ascoltarci. Le nostre abitudini sono sempre più finalizzate al fare, velocemente ed efficacemente, ma c’è poca occasione di fermarsi ed ascoltare. Basti pensare per esempio ai messaggi vocali su whatsapp che adesso si possono ascoltare al doppio della velocità naturale perché sembra non esserci mai il tempo di dedicarsi all’ascolto dell’altro.
Non è un caso che ci sia sempre più frequentemente la richiesta di poter avere un supporto psicologico perché è forte il bisogno di avere uno spazio dove poter essere finalmente ascoltati e dove poter anche ascoltare il proprio Io. Lo spazio terapeutico diventa un luogo sicuro, di rifugio e comprensione, reso possibile grazie alla certezza di essere ascoltati attivamente dal terapeuta e alla relazione di fiducia che ne consegue.
L’ascolto attivo è dunque necessario per sé e per creare delle relazioni significative. Implica la presenza di empatia, ovvero la capacità di mettersi nei panni dell’altro e di immedesimarsi. Senza questa non è possibile comprendere l’altro, né quindi aiutarlo.
Quando ci mostriamo interessati ad ascoltare, anche l’altro è più incline a farlo e questo crea le basi per una comunicazione efficacie e una relazione valida.
La percezione di essere visti e ascoltati ci fa sentire di essere e amati nei rapporti personali e stimati nei rapporti di lavoro.
Vediamo dunque quali sono i comportamenti che aiutano a migliorare la capacità di ascolto:
1. Mettersi in discussione: capire cosa ci manca per essere dei buoni ascoltatori, così da poter trasformare le proprie fragilità in risorse. Possiamo anche appuntarci ciò che vorremmo cambiare e definire dei micro-obiettivi da raggiungere quotidianamente.
2. Evitare distrazioni: bisogna imparare a fare silenzio dentro di noi, lasciando da parte le nostre preoccupazioni, cercando situazioni esterne che favoriscano l’ascolto di noi stessi e dell’altro.
3. Osservare: prestare attenzione alle proprie emozioni e a quelle altrui.
4. Riformulare: cerchiamo di capire cosa l’altro o la parte più intima di noi ci sta comunicando per poterne cogliere il significato, evitando il giudizio
Non solo facendo, ma anche ascoltando si impara, dunque è utile riflettere su quanto tempo dedichiamo al giorno ad ascoltare gli altri e ad ascoltare i nostri bisogni.
La vita quotidiana ci pone davanti continue sfide e spesso perdiamo di vista ciò che veramente può farci stare bene, ma con un piccolo sforzo di presa di coscienza possiamo migliorare ed imparare molto.
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